Il Priorato di Sion è uno dei miti più celebri e controversi del nostro tempo, alimentato da invenzioni, falsificazioni e speculazioni storiche. Questa presunta organizzazione segreta, spesso considerata legata a intrighi esoterici e genealogie reali, affonderebbe le sue radici nei tempi di Goffredo di Buglione e nella Prima Crociata in Terrasanta, secondo le narrazioni più fantasiose.
La fondazione moderna del Priorato di Sion risale al maggio 1956, quando Pierre Plantard, il suo ideatore, registrò ufficialmente l’atto costitutivo dell’organizzazione. L’obiettivo dichiarato era ambizioso: rivitalizzare l’eredità e i valori della Cavalleria medievale e, contemporaneamente, rilanciare l’idea della monarchia.
Per conferire legittimità storica al Priorato, Plantard produsse documenti che collegavano la setta a una discendenza nobile e antichissima. Tra questi, una lista di sovrani che suggeriva un legame diretto tra l’ordine e i Merovingi, dinastia reale franca, dando vita all’idea di una “linea di sangue” connessa al potere monarchico. Per supportare questa narrazione, Plantard affermò di aver ottenuto due pergamene, presumibilmente provenienti dai discendenti di Berenger Saunière, l’abate al centro dei misteri di Rennes-le-Château.
Il mistero di Rennes-le-Château
Questo piccolo villaggio situato ai piedi dei Pirenei francesi, nella regione della Linguadoca, è diventato un punto focale per storie esoteriche e teorie del complotto. Berenger Saunière, parroco dal 1885 al 1917, è stato una figura enigmatica. La chiesa del villaggio, in condizioni precarie, necessitava di restauri, e Saunière ottenne finanziamenti da varie fonti, tra cui 3.000 franchi dalla marchesa di Chambord e 1.400 franchi dal municipio. Durante i lavori di ristrutturazione, emersero elementi che alimentarono voci di un misterioso tesoro, legando per sempre il nome di Rennes-le-Château a speculazioni esoteriche e mitologie moderne.
Il mistero del restauro a Rennes-le-Château: scoperte enigmatiche e simbolismi nascosti
Durante i lavori di restauro della chiesa di Rennes-le-Château, episodi singolari hanno alimentato il fascino del luogo e le teorie sul suo legame con il Priorato di Sion. Gli operai, scavando nel pavimento, raccontarono di aver rinvenuto una cavità contenente un paiolo. All’interno del recipiente, pezzi d’oro brillavano sotto la luce. Tuttavia, Berenger Saunière minimizzò l’importanza della scoperta, affermando che si trattava di semplici medaglie raffiguranti la Madonna di Lourdes, prive di valore.
Nello stesso anno, però, Saunière regalò un calice in argento dorato all’abate Grassaud, curato di Amélie-les-Bains. Il calice, che oggi può essere ammirato in tutto il suo splendore, era stato rinvenuto durante i restauri. Sul calice compare l’iscrizione «ECCE PANIS ANGELORUM FACTUS CIBUS VIATORUM», accompagnata dai simboli dei quattro Evangelisti e da raffigurazioni di Gesù, San Giuseppe e una figura femminile non identificata. Chi è questa donna? Una Santa? Un mistero che resta aperto.
Il Calvario e la grotta: simbolismi incisi nella pietra
Nel 1891, Saunière ottenne dal comune l’autorizzazione a utilizzare un terreno di fronte alla chiesa, dove fece realizzare una grotta con un Calvario. Qui fece incidere un’iscrizione enigmatica: «Chistus A.O.M.P.S. Defendit». La scelta di utilizzare un acronimo ha spinto molti a chiedersi se Saunière nascondesse un legame con il Priorato di Sion, riservando il significato delle lettere a pochi iniziati.
Scoperte nella chiesa: reliquie o tracce di un segreto antico?
Nel corso dei lavori, anche l’altare riservò sorprese. Composto da una lastra di marmo sorretta da colonne, l’altare nascondeva una colonna visigota al cui interno fu ritrovata una boccetta contenente manoscritti sigillati con il marchio di Blanche de Castille. Fu il campanaro Captier a fare la scoperta, avvisando subito Saunière, il quale dichiarò che si trattava di reliquie.
Sulla colonna venne eretta una statua della Madonna di Lourdes, e Saunière fece incidere altre enigmatiche iscrizioni: «PENITENCE-PENITENCE» e «MISSION 1891», aggiungendo nuovi elementi di mistero attorno a Rennes-le-Château.
Le domande restano: queste scoperte furono frutto di casualità o parte di un piano legato a un’antica tradizione?
Le scoperte di Saunière: misteri tra manoscritti, lapidi e antiche leggende
Il giorno successivo al ritrovamento dei manoscritti, Berenger Saunière ordinò ai suoi operai, Rousset e Babon, di sollevare una lastra di pietra davanti all’altare della chiesa di Rennes-le-Château. La lastra, ribaltata, rivelò due pannelli scolpiti: uno raffigurava un personaggio a cavallo che suona un corno, mentre l’altro mostrava un cavallo con due cavalieri in sella, un chiaro riferimento ai Cavalieri Templari. Questa lastra era stata posizionata nel 1791 dall’abate Antoine Bigou, ma il suo significato sembrava celare ben più di quanto apparisse.
Una tomba segreta?
Sotto la lastra, Saunière scoprì quella che sembrava essere una tomba o l’ingresso alla cripta della famiglia d’Hautpoul. Si ipotizza che in questa cripta Saunière abbia rinvenuto la vera sepoltura della marchesa d’Hautpoul-Blanchefort. Questo ritrovamento avrebbe fatto supporre che nel cimitero, dove si credeva fossero i resti della marchesa, non vi fosse la sua salma, ma qualcosa di molto più misterioso.
La lastra stessa, descritta nel libro Le pietre incise della Linguadoca di Eugene Stublein (1884), era già nota, ma il suo significato e il collegamento con le scoperte di Saunière continuano a far discutere. Nel volume si citava anche un’altra lapide, attribuita proprio alla marchesa d’Hautpoul-Blanchefort, suggerendo che questi ritrovamenti fossero parte di un enigma ancora più complesso.
Ipotesi e teorie: tra tesori, segreti e simbolismi
Le speculazioni su ciò che Saunière avrebbe trovato sono molteplici e variegate:
- Il tesoro dei Templari: un’eredità leggendaria che da secoli alimenta le fantasie di ricercatori e appassionati.
- Il tesoro dei Visigoti: un bottino di immenso valore risalente all’epoca della caduta di Roma.
- Il tesoro dei Catari: legato ai misteri del cristianesimo medievale e delle eresie.
- Il tesoro della Corona Francese: ipotesi sostenuta da Corbu, un altro studioso di Rennes-le-Château.
Alcuni sostengono che Saunière avrebbe scoperto qualcosa di ben più straordinario: il Graal, l’Arca dell’Alleanza o addirittura il leggendario tesoro del Tempio di Salomone, trafugato dai Romani nel 70 d.C., poi passato ai Visigoti, ai Templari e infine a Bertrand de Blanchefort, Gran Maestro dei Cavalieri Templari.
Un segreto che avrebbe scosso il cristianesimo?
Un’altra teoria afferma che Saunière avrebbe rinvenuto un segreto di tale portata da minacciare la stabilità del mondo cristiano, un’informazione che gli avrebbe consentito di ricattare persino Roma. La chiesa di Rennes-le-Château, con le sue decorazioni intrise di simboli rosacruciani, alimenta ulteriormente l’ipotesi che il luogo fosse un sito di culto segreto, legato a società esoteriche e misteri antichi.
Il fascino del mistero rimane intatto: le scoperte di Saunière continuano a generare domande, senza che si arrivi a una risposta definitiva.
Le pergamene di Plantard e il mito del Priorato di Sion
Pierre Plantard, l’abile ideatore del Priorato di Sion, cercò di legittimare la setta con due pergamene e un manoscritto inventato, che dovevano servire come “prove” di una presunta discendenza reale. Per rafforzare la narrazione, Plantard stilò una lista di Gran Maestri del Priorato, includendo figure illustri come Leonardo da Vinci, Botticelli e Isaac Newton, collegando così la setta a personalità di indiscutibile rilevanza storica e artistica.
Plantard, per rendere più credibile la sua storia, coinvolse l’esoterista Gérard de Sède, al quale raccontò la vicenda del Priorato e delle sue origini nobiliari. De Sède, affascinato, contattò successivamente tre scrittori britannici: Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln. Questi ultimi, incuriositi dalle pergamene e dal manoscritto, decisero di approfondire il caso e si recarono a Rennes-le-Château per indagare ulteriormente.
Dalla leggenda al best-seller
Le ricerche dei tre autori culminarono in un programma televisivo di successo trasmesso dalla BBC e nel celebre libro Holy Blood, Holy Grail. L’opera presentava una teoria che, secondo gli autori, avrebbe potuto sconvolgere le fondamenta del Cristianesimo. La rivelazione centrale del libro era che Gesù Cristo non sarebbe morto sulla croce, ma sarebbe fuggito con Maria Maddalena, sua compagna, incinta di una bambina. La coppia, secondo questa narrazione, avrebbe trovato rifugio in Francia, dove Maria Maddalena avrebbe dato alla luce la figlia, dando origine alla dinastia dei Merovingi, identificata come la stirpe di sangue reale, o il mitico Santo Graal.
Secondo il libro, il Priorato di Sion avrebbe avuto come scopo principale la protezione di questa discendenza e il ripristino della linea di sangue di Cristo sul trono di Francia.
Tra storia e leggenda
Anche se gran parte di questa teoria è basata su speculazioni e fantasia, qualche elemento storico contribuisce ad alimentare il mito. Si ipotizza, ad esempio, che Maria Maddalena possa davvero essere arrivata in Francia alcuni anni dopo la Crocifissione. Oltre alle leggende locali, esistono alcuni accenni negli annali storici che riportano la sua predicazione in terra francese, mescolando così realtà, tradizione e immaginazione.
Questo intreccio tra storia, mistero e invenzione ha alimentato il fascino del Priorato di Sion, rendendolo uno dei miti più discussi e controversi dell’epoca moderna.
Il Priorato di Sion: tra falsi storici e miti moderni
L’intera vicenda del Priorato di Sion, ideata da Pierre Plantard, ruota intorno al curato di Rennes-le-Château, Berenger Saunière, e alla presunta scoperta di famose pergamene. Tuttavia, queste pergamene si sono rivelate essere un clamoroso falso, come confessato dal loro autore, Philippe de Cherisey. Con questa ammissione, l’intera costruzione teorica del Priorato di Sion è crollata, smascherando la fantasia dietro i miti promossi nel libro Holy Blood, Holy Grail di Baigent, Leigh e Lincoln.
Gli obiettivi del Priorato di Sion: ambizioni e falsità
Nel libro, gli autori attribuiscono al Priorato di Sion tre ambiziosi obiettivi:
- Fondazione di un nuovo Sacro Romano Impero, destinato a portare pace e prosperità sotto un nuovo ordine mondiale.
- Restaurazione della monarchia basata sulla linea di sangue, riconducendo il potere ai presunti discendenti di Gesù.
- Sostituzione del Cristianesimo con una religione massonica, considerata più adatta a un mondo moderno.
Questi obiettivi, non solo velleitari, si basavano interamente su falsi storici, che vennero smontati dagli storici e dagli studiosi con dati inconfutabili. Non esiste alcuna prova che il Priorato di Sion sia stato fondato da Goffredo di Buglione. L’unica reale fondazione attribuibile a Goffredo è l’Abbazia di Nostra Signora del Monte Sion, un’istituzione religiosa senza alcun legame con i miti del Priorato.
Berenger Saunière e le vere scoperte di Rennes-le-Château
Nonostante le leggende che lo circondano, Saunière non trovò mai pergamene collegate a presunti misteri sulla morte di Gesù. È probabile che i documenti medievali in suo possesso fossero venduti per arricchirsi, insieme a un traffico di Messe di suffragio, un’attività tutt’altro che nobile.
Pierre Plantard: un passato oscuro e la caduta di un mito
Pierre Plantard, mente dietro la creazione del Priorato di Sion, fu processato nel 1993 per la fabbricazione di prove false. Durante il processo, confessò di essersi inventato tutto, decretando la fine del mito che aveva costruito. Morì nel 2000, deriso da storici e studiosi per la sua invenzione senza fondamento.
Il risveglio del mito grazie a Dan Brown
Sebbene il mito del Priorato di Sion fosse ormai screditato, lo scrittore Dan Brown lo riportò sotto i riflettori con il suo romanzo Il Codice Da Vinci. Mescolando thriller e presunte verità storiche, Brown propose l’idea che il Priorato avesse vegliato per secoli sulla discendenza di Gesù, celando prove in attesa di tempi migliori.
Secondo il romanzo, Leonardo da Vinci, in qualità di Gran Maestro del Priorato, avrebbe nascosto indizi nel celebre Cenacolo. Tuttavia, queste teorie, pur affascinanti, non trovano alcun riscontro storico e si basano su una narrativa completamente inventata, come lo stesso Priorato di Sion.
La vicenda del Priorato rimane un esempio emblematico di come la combinazione di falsi storici, fantasia e abile narrazione possa creare miti capaci di influenzare l’immaginario collettivo.