Barbanera: la leggenda del pirata più temuto dei Caraibi

Navigando tra le acque tumultuose dei Caraibi e le coste occidentali dell’Africa, Barbanera è diventato un simbolo di terrore e audacia. Al comando della sua famigerata nave, la Queen Anne’s Revenge, il leggendario pirata lasciò dietro di sé una scia di saccheggi, battaglie e racconti che ancora oggi affascinano.

Il nome Barbanera, o Edward Teach secondo alcune fonti storiche, è associato all’immagine iconica di un uomo con una lunga barba nera intrecciata e ornata di stoppini accesi durante le battaglie, che lo facevano apparire demoniaco e invincibile. La sua strategia era basata non solo sulla forza ma anche sulla paura, rendendo ogni assalto un evento spettacolare.

Nonostante il terrore che incuteva, la carriera di Barbanera ebbe un tragico epilogo il 22 novembre 1718, quando venne catturato e ucciso in una sanguinosa battaglia con le forze britanniche. La sua morte segnò la fine di un’epoca di pirateria senza freni e l’inizio della leggenda che continua a vivere nei racconti popolari.

Barbanera: l’ultimo dei grandi pirati dei Caraibi

Il 22 novembre 1718, Edward Teach, conosciuto come Barbanera, trovò la sua fine, ma la sua leggenda rimane ancora oggi uno dei simboli più evocativi dell’epoca d’oro della pirateria. Conosciuto per il suo aspetto terrificante e per la sua reputazione di spietato predone, il nome di Barbanera si è scolpito nell’immaginario collettivo come uno dei peggiori villain della storia. La sua celebre barba, lunga e intricata, nera come l’ebano, gli valse il soprannome con cui è ricordato. Secondo i racconti dell’epoca, la adornava con micce accese durante gli assalti, creando un’aura demoniaca e terrificante che annichiliva i nemici ancor prima del combattimento.

Con un’altezza imponente di circa due metri, un tricorno decorato con piume e un arsenale composto da spade, coltelli e pistole di vario calibro, Barbanera incarnava l’archetipo del pirata spietato e carismatico. La sua presenza era sufficiente a spezzare il morale delle ciurme che incrociavano il suo cammino, rendendolo il terrore dei mari.

Gli inizi di Edward Teach

Le origini di Edward Teach sono avvolte nel mistero. Alcune fonti indicano la sua nascita a Bristol, in Inghilterra, mentre altre lo collocano nelle colonie americane, come la Carolina del Sud o la Giamaica. Nonostante questa incertezza, si sa che i genitori gestivano una taverna, luogo in cui si dice drogassero marinai per imbarcarli contro la loro volontà su navi mercantili. Altri racconti, invece, suggeriscono che Teach provenisse da una famiglia benestante, data la sua capacità di leggere e scrivere, una competenza rara per un pirata dell’epoca.

La sua carriera in mare iniziò come marinaio durante la guerra tra Francia e Inghilterra per il controllo delle colonie americane. Combatté come corsaro per la corona britannica, attaccando navi francesi, e fu proprio in questo periodo che sviluppò le abilità che poi avrebbe utilizzato come pirata.

Dal corsaro al pirata

Con la fine del conflitto e la perdita di lavoro come corsaro, Teach scelse la via della pirateria. Si unì a Benjamin Hornigold, un pirata già famoso, e iniziò a costruire la sua fama. Fu durante questo periodo che adottò il suo iconico abbigliamento e perfezionò il suo personaggio spaventoso.

Le prime imprese di Barbanera si svolsero nell’area dell’isola di New Providence, dove attaccò e catturò diverse navi spagnole, britanniche e francesi. Il suo colpo più famoso avvenne nel 1717, quando prese possesso della nave mercantile francese Concorde. Dopo averla ribattezzata Queen Anne’s Revenge (La vendetta della regina Anna), la trasformò in una temibile nave da guerra, armata con oltre cinquanta cannoni, rendendola uno dei vascelli più potenti dell’epoca.

Questo fu solo l’inizio di una carriera che lo avrebbe consacrato come uno dei pirati più temuti della storia.

Dal corsaro al pirata: l’ascesa di Barbanera

Dopo aver servito l’Impero Britannico come corsaro, Edward Teach, meglio noto come Barbanera, scelse di intraprendere la via della pirateria. I suoi primi attacchi furono compiuti al fianco di Benjamin Hornigold, uno dei pirati più noti dell’epoca, con cui iniziò a costruire la sua spietata reputazione nei mari dei Caraibi.

La cattura della Great Allen: il colpo che consacrò Barbanera

La fama di Barbanera esplose con la cattura della nave Great Allen presso la base navale di Saint Vincent, nelle isole Sopravento. L’imbarcazione trasportava un carico di grande valore e, dopo aver sopraffatto l’equipaggio, Barbanera ordinò di uccidere i sopravvissuti e incendiare la nave. Questo attacco audace attirò l’attenzione della Marina Britannica, che inviò la nave da guerra Scarborough per intercettarlo. Tuttavia, la missione fallì clamorosamente: la Scarborough fu costretta alla ritirata, consolidando la leggenda del pirata e il suo status di nemico pubblico numero uno dell’Impero.

“Il gran diavolo” sfida il re

Nel tentativo di porre fine alla pirateria, il re Giorgio I promulgò un editto di amnistia per chiunque abbandonasse la vita da pirata. Le pene per chi avesse rifiutato andavano dall’impiccagione all’amputazione degli arti. Barbanera, tuttavia, respinse l’indulto e continuò le sue incursioni, diventando ancor più temuto e crudele. I suoi attacchi non risparmiarono né i francesi, né i britannici, né gli spagnoli. Le sue devastazioni nella penisola dello Yucatán, in Messico, gli valsero il soprannome di “gran diavolo”, un appellativo che testimoniava il terrore suscitato dalle sue azioni.

L’accordo con il governatore: Barbanera e la Carolina del Nord

La Carolina del Nord, in difficoltà economica, divenne il teatro di un insolito accordo tra il governatore della colonia, Charles Eden, e Barbanera. Per garantire la propria impunità, il pirata accettò di beneficiare della grazia, ma in cambio sembra che Eden gli avesse concesso libertà d’azione, assicurandosi una parte del bottino accumulato durante le scorrerie.

Durante questo periodo, Barbanera adottò un’apparenza di rispettabilità, stabilendosi sull’isola di Ocracoke. Qui sposò una giovane di sedici anni, consolidando la sua immagine di membro rispettabile della comunità, pur continuando a condurre affari loschi sotto l’apparente legalità garantita dal suo patto con il governatore.

Il declino di Barbanera: dall’assedio di Charleston alla sua ultima battaglia

Nel maggio del 1718, Barbanera mise a segno una delle sue azioni più audaci, assediando la città di Charleston e prendendo in ostaggio l’intera popolazione. Per liberare la città, ottenne un riscatto di millecinquecento sterline. Secondo la leggenda, il pirata avrebbe compiuto questo gesto per rifornirsi di medicinali indispensabili a curare il suo equipaggio, colpito dalla sifilide. La salute dei suoi uomini era una priorità per Barbanera, come dimostrato anche in precedenza, quando risparmiò l’equipaggio della nave francese Concorde per trattenere i chirurghi a bordo.

La caccia al pirata: il piano di Spotswood

L’escalation delle attività di Barbanera e il suo controllo sull’isola di Ocracoke allarmarono il governatore della Virginia, Alexander Spotswood. Preoccupato per le conseguenze economiche delle sue scorrerie, Spotswood incaricò il tenente della Marina Reale Robert Maynard di eliminare il pirata.

Il 21 novembre 1718, le golette Ranger e Jane, al comando di Maynard, giunsero all’isola di Ocracoke, dove Barbanera si trovava a bordo della Adventure. La leggenda narra che la notte precedente, il pirata avesse trascorso ore a bere rum con un capitano con cui stava trattando affari, ignaro della minaccia imminente.

L’ultimo inseguimento: la battaglia nei canali di Ocracoke

Informato dell’arrivo delle navi inglesi, Barbanera si rifugiò nei canali interni dell’isola, cercando di sfuggire all’attacco. Maynard, determinato a catturarlo, inviò una lancia per monitorare i suoi movimenti. Il pirata, accortosi della sorveglianza, rispose con una violenta cannoneggiata, mentre le navi inglesi si avvicinavano il più rapidamente possibile issando l’insegna reale.

Secondo alcune versioni, la mancanza di vento costrinse le imbarcazioni a rimanere incagliate, obbligando Maynard e i suoi uomini a proseguire l’inseguimento remando. Sebbene le navi inglesi fossero prive di cannoni, l’ufficiale ordinò di attaccare con armi da fuoco leggere, avviando uno scontro decisivo contro il famigerato pirata.

L’ultima battaglia: la fine di Barbanera

Quando le due navi inglesi di Maynard si arenarono, il tenente elaborò un piano per evitare ulteriori perdite. Ordinò ai suoi uomini di nascondersi nelle stive, pronti all’azione, lasciando il ponte apparentemente deserto. Solo lui e il timoniere rimasero in vista, quest’ultimo disteso per non essere notato. Barbanera, osservando la nave inglese priva di difensori, ordinò ai suoi uomini di abbordarla gridando: «Saltiamo a bordo e facciamoli a pezzi!». Carico di furia, il pirata si lanciò sulla goletta con metà del suo equipaggio, ignaro della trappola.

Non appena i pirati misero piede sul ponte, Maynard diede il segnale, e i suoi uomini emersero dalle stive ingaggiando una feroce battaglia. Per ore le ciurme si affrontarono in un duello mortale, con Maynard e Barbanera che finirono per fronteggiarsi faccia a faccia in uno scontro all’ultimo sangue.

La morte di una leggenda

Barbanera trovò la sua fine sotto i colpi della spada di Maynard. Il leggendario pirata morì dopo aver subito venticinque ferite, cinque delle quali da arma da fuoco. Quando l’altra goletta inglese riuscì a disincagliarsi, attaccò il resto dell’equipaggio pirata, costringendolo ad arrendersi. Per consolidare la vittoria e lanciare un messaggio inequivocabile, Maynard ordinò che la testa di Barbanera fosse tagliata ed esposta sul bompresso della nave, lasciandola in mostra per settimane. Dei quindici prigionieri catturati, tredici furono giustiziati al ritorno in Virginia.

Il mito di Barbanera

La morte di Edward Teach alimentò la nascita di leggende che perdurano ancora oggi. Si narra che, dopo la decapitazione, il corpo del pirata abbia nuotato intorno alla nave diverse volte prima di affondare, e che il suo spirito infesti ancora la zona di Teach’s Hole, sull’isola di Ocracoke, alla ricerca della testa perduta.

Al di là delle storie folkloristiche, la spada di Robert Maynard pose fine alla vita di uno dei pirati più temibili della storia, il cui nome, Barbanera, evocava terrore tra gli abitanti delle colonie americane.

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